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Piede e postura: “vere gambe lunghe” o “false gambe corte”

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29 Aprile 2017 Torna al blog

Piede e postura: “vere gambe lunghe” o “false gambe corte”

Buongiorno e benvenuti in questo spazio di informazione dedicato alla fisioterapia.
In questo articolo parleremo di un concetto riguardante l’ambito della posturologia.
Avete mai sentito parlare di “vere gambe lunghe” o di “false gambe corte”? In quest’articolo cercheremo di fare chiarezza su un argomento molto dibatutto e poco chiaro.
E’ doveroso prima di entrare nell’argomento fare una piccola premessa.
La postura che il nostro corpo assume è un sistema in continuo adattamento, un flusso costante di informazioni in entrata ed in uscita sensibile alla minima variazione, che risponde a dinamiche non lineari.
Un sistema “complesso e caotico” difficilmente prevedibile. In questo contesto, l’arto inferiore non è costituito da un unico segmento scheletrico ma presenta tre articolazioni fondamentali (anca, ginocchio e sotto-astragalica) il cui atteggiamento, inteso come posizionamento reciproco dei vari segmenti scheletrici tra di loro (sacro-iliaco, iliaco-femore, femore-tibia, tibia-astragalo e astragalo-calcagno) è in grado di determinare una variazione della sua lunghezza che non è reale ma solo apparente, cioè “funzionale”.
A differenza di quanto si possa immaginare, la diagnosi di una vera “gamba corta” è un problema tutt’altro che semplice.
La misurazione della differenza di lunghezza degli arti effettuata da supini sul lettino, prendendo come repere i malleoli mediali, è fuorviante. Innanzi tutto la lunghezza degli arti può variare a seconda del fatto stesso di trovarsi in piedi o sdraiati ed è evidente che ad interessarci è la dismetria in carico.
Non è sufficiente dunque la valutazione della dismetria delle creste iliache per indicare la presenza di un arto corto, ne tantomeno le indagini radiografiche sono sufficienti a eliminare dei dubbi.
La radiografia infatti, essendo la proiezione di un’ombra su una lastra, è un metodo poco attendibile se l’intento è quello di stabilire la dismetria degli arti. Se il raggio arriva da davanti, centrato su L3, basta infatti che il bacino sia di poco ruotato da un lato che quello stesso lato apparirà più alto dell’altro e quindi più lungo.

Fig 1: La radiografia è la proiezione di un’ombra su una lastra. Una rotazione del bacino farà apparire una difformità apparente degli arti.

Lo studio dell’arto inferiore, va inquadrato in un’ottica più globale, intesa come lettura della “programmazione” delle catene muscolari a partenza dal piede.

Fig 2: Catene muscolari

Questa è la chiave di volta che ci permette di evidenziare la presenza di una vera dismetria. La maggior parte delle dismetrie degli arti, infatti, sono solo funzionali, dunque apparenti.
L’organizzazione della catena articolare riflette la “programmazione” della catena muscolare.
Da L. Busquet identifichiamo due tipi fondamentali di programmazione delle catene muscolari dell’arto inferiore: l’APERTURA e la CHIUSURA.

La CATENA DI APERTURA, caratterizzata da:
• Varo del piede
• Varo del ginocchio
• Iliaco in apertura
allunga funzionalmente l’arto inferiore.

La CATENA DI CHIUSURA, caratterizzata da:
• Valgo del piede
• Valgo del ginocchio
• Iliaco in chiusura
accorcia funzionalmente l’arto inferiore

Fig 3: chiusura iliaca e conseguenze (figura a sinistra) norma (figura al centro); apertura iliaca e conseguenze (figura a destra) (Da Busquet)

La falsa “gamba corta”
Possiamo riscontrare queste differenti situazioni:
1)I due arti si presentano “programmati” allo stesso modo e dunque l’altezza del repere (cresta iliaca) è uguale per i due lati (condizione rara).
2)I due arti, benché “programmati” allo stesso modo (apertura-apertura o chiusura-chiusura) presentano una difformità nel “grado” di programmazione per cui uno può trovarsi più programmato dell’altro (p.e. entrambi in apertura, ma più a destra che a sinistra).
3)I due arti presentano una programmazione opposta (p.e. apertura a destra e chiusura a sinistra).

Caso “2”: la gamba corta (funzionale e perciò falsa) sarà dal lato dell’arto meno programmato in apertura (nel caso apertura-apertura) o dal lato dell’arto più programmato in chiusura (nel caso chiusura-chiusura).
Caso “3”: la gamba corta (funzionale e perciò falsa) sarà dal lato dell’arto programmato in chiusura.

Fig 4: relazione tra programmazione delle catene muscolari e differenza di lunghezza di arto inferiore. La gamba corta è sempre falsa.

La vera “gamba corta”
Spesso la realtà esce dalla logica delle catene muscolari, ad ogni modo quando troviamo una cresta iliaca molto più alta dal lato dell’arto programmato in chiusura, quando dall’altra parte la catena è di apertura, siamo certi che ci troviamo di fronte ad una vera gamba corta (Figura 5).

FIGURA 5: programmazione in chiusura dal lato della cresta iliaca più alta; programmazione in apertura dal lato della cresta iliaca più bassa = vera gamba corta.

L’adattamento e le conseguenze dello squilibrio
È questo un esempio di come l’organismo si auto adatti ad una situazione di squilibrio cercando la via dell’equilibrio, dell’economia e del comfort.
L’asimmetria nella programmazione delle catene muscolari comporta un’asimmetria nell’atteggiamento delle catene articolari: questo squilibrio spesso non è privo di conseguenze.

POSSIAMO AVERE INFATTI SOLLECITAZIONI ANOMALE ALL’INTERNO DELLA STESSA CATENA ARTICOLARE (P.E GINOCCHIO) OPPURE, POICHE’ INTENDIAMO L’INTERO ORGANISMO COME UN’UNICA UNITA’ FUNZIONALE, SOLLECITAZIONI ANOMALE ANCHE AL DI FUORI DELLA STESSA CATENA ( SPECIE A LIVELLO DELLA COLONNAVERTEBRALE) COME ADATTAMENTO DELL’INPUT ASCENDENTE. SPESSO, MA NON SEMPRE, IL DOLORE SI RENDE MANIFESTO QUANDO ALTRI FATTOPRI ( SCARSA ERGONOMIA NEL LAVORO, STILE DI VITA, SPORT ECC…..) SI ACCOMPAGNANO (sommandosi) al fattore posturale.
Solette propriocettive e rialzi


Le solette propriocettive, dotate di micro-rialzi variabili da 1 a 2 millimetri, collocati laddove s’intende stimolare fisiologicamente la catena muscolare attivando il riflesso da stiramento, nascono allo scopo di ristabilire l’equilibrio muscolare e, di conseguenza, quello articolare.

Eliminando l’adattamento, permettono una ri-armonizzazione dell’intero organismo (equilibrio vero e proprio). Quando attraverso la stimolazione propriocettiva permane una dismetria evidente, in questo caso potrà essere necessario applicare un rialzo artificiale che solitamente sarà (quanto meno in una prima fase del trattamento) di entità comunque inferiore rispetto alla reale differenza.

Conclusioni
Dobbiamo distinguere sempre una vera dismetria dell’arto (di origine genetica o traumatica) da una falsa “gamba corta”, frutto della diversa programmazione delle catene mio-fasciali. La maggior parte delle dismetrie degli arti appartengono a quest’ultima categoria. Le cause delle “gambe corte funzionali” possono essere molteplici (podaliche, oculari, legate all’apparato stomatognatico, linguali, viscerali ecc. …); un possibile approccio funzionale in grado di riequilibrare le catene e ripristinare un equilibrio dei piani corporei è quello podo-posturale che si basa sulla valutazione baropodometrica e sul principio fisiologico delle solette propriocettive.

A cura del Dottor Rabiolo Adriano

Bibliografia

1. Busquet L: Le catene muscolari – Vol. IV, Marrapese – Roma
2. Ferrante A: Manuale pratico di terapia miofunzionale – Marrapese – Roma
3. Moro F.: Morgante, vademecum di posturopodia – GSC

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